Era mio padre. Volume 1

 

Era mio padre

Volume 1 Una storia come tante

Ero un bambino quando vidi per la prima volta mio padre legato ad un letto di contenzione di un ospedale pubblico.
Fu la prima di tante volte.
Un dolore che si rinnovava ogni volta nei miei occhi e in quelli di mia madre e di tutta la famiglia.
Un dolore che leggevo anche negli occhi di altri familiari, amici.

Ricordo una sera d’inverno, degli inverni veri, quelli di una volta, quelli romani freddi e umidi.

E ovviamente bui.

Mia madre che mi teneva per la mano mentre entravamo nel cortile antistante del grande ospedale, quando era tutto intero, prima che muri, muretti, cancelli e cancellate, lo spezzettassero.

Avevo davvero paura

La paura che ti prende le gambe e che te ti gela le ossa, più del freddo.

La paura che manco sai cos’è, che manco sai definire, perché si è talmente piccoli e quella paura è talmente grande, che manco puoi descriverla, raccontarla.

Stava male perfino il giorno del suo matrimonio

Mentre era più sereno, forse come mai lo era stato in vita sua, il giorno prima del suo funerale

Di ospedali e cliniche ne ho viste tante

Più o meno tutte simili, puzzolenti o pulite poco importa

Ma tutte avevano quel reparto

L’idea era perlopiù di sedare, controllare, addormentare come minimo

Altro che Basaglia.

Eppure mio padre era stato un grande organizzatore, nel suo piccolo.

Sindacato, scuola, quartiere. Queste cose qui.

Passi che, più o meno, ho ripercorso

Tso, Elettroshock.

Cose di cui sentivo solo sussurrare in casa, che compresi solo crescendo

E neanche troppo bene.

Perfino oggi, che invecchio, non mi rendo ancora conto di cosa può essere stato

Immagini

Parole scritte sulle cartelle cliniche

Viste e lette tante

Ma davvero, cosa può essere stato?

Il problema è che è ancora

Per molti e molte.

Se fosse solo un problema personale, potrebbe anche non avere troppo senso discuterne ancora.

Ma si sa, il personale è politico (Cit.)

Mio padre su un letto di un ospedale pubblico e su quello di una clinica privata.

Legato, sedato.

Meditiamo, perché questo è ancora.

Marco Capoccetti Boccia

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Canterà il gallo

Canterà il gallo, di Rosanna Spinazzola, Flower Ed.

Gli anarchici sono uomini che non vivono nel distretto, disse la nonna. In nessun distretto.

Un futuro distopico, come va di moda dire oggi, quello raccontato da Rosanna Spinazzola nel suo romanzo d’esordio, Canterà il gallo, per i tipi delle Edizioni Flower Ed.

Un tempo che stiamo già vivendo e che potremo vivere, ovunque e per sempre

E non è detto che ci siano gli Anarchici a resistere

Non è proprio detto

Purtroppo

Se è vero come è vero che all’inizio della storia umana non v’erano gerarchie e autoritarismi e guerre e che si viveva nell’Anarchia, la fine della storia umana non può che tornare indietro in un giro circolare, uscendo dal capitalismo con l’ennesima e ultima crisi energetica che devasta il pianeta e consegna la società definitivamente in mano ai militari, di cui Il Comandante è la classica figura ben disegnata dell’uomo, cinico quanto basta per affascinarci e per odiarlo.

Non ti senti mai solo, qui?

Un fischio acuto, viene da lontano.

Lontano, si vedono fuochi, nascosti.

Ci si muove verso uno spazio di libertà

Scrivere un romanzo è come scalare una montagna e Rosanna ci è riuscita con metodo e pazienza, con una passione e una capacità di coinvolgere il lettore e la lettrice come si vede raramente

Una narrazione attenta quella di Rosanna Spinazzola, una narrazione precisa, raffinata.

Un libro che mancava proprio, a differenza di tanti di cui proprio non sentivamo il bisogno.

Ci lascia sognare un mondo ove la speranza è data da un gruppo di ribelli, gli anarchici

Ma lo spettro degli anarchici è solo un pretesto.

Forse…

Poiché Rosanna ci conduce passo passo, prendendoci letteralmente per mano in un universo meraviglioso dove il viaggio della protagonista è un viaggio sia interiore, nel suo spirito più profondo, sia dentro il bosco spingendosi fino ai suoi limiti, fino allo spazio di libertà, quello dove vivono gli Anarchici e perfino oltre. Liberandosi.

Un romanzo carico di suggestioni, come ogni romanzo ben scritto ci lascia sognare o immaginare quello che ci piace di più (o di meno), questo romanzo mi ha fatto subito pensare all’AnarcoPrimitivismo, al futuro da guerriglieri verdi che forse vivremo ai margini delle nostre attuali metropoli ma poi piano piano, scorrendo pagina dopo pagina sono arrivati loro… Merlino e Morgana di Broceliande.

L’archetipo del vecchio saggio, sconfitto e nascosto e la protagonista che pagina dopo pagina si trasforma, prende coscienza, va avanti nella sua ricerca in un mondo ove finalmente la Natura si riprende i suoi spazi e solo coloro che trovano un’armonia nel vivere con essa, in essa, trovano spazi e protezione.

Ma forse è solo un mio desiderio

Chissà che ne penserebbe l’autrice

Comunque sia…

Un romanzo assolutamente da leggere, da non perdere

Segnatevelo, compratevelo, scaricatelo

Ne vale la pena.

Marco Capoccetti Boccia

Rosanna Spinazzola, Canterà il gallo, Flower ed.

Canterà il gallo

 

 

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La Clinica

La Clinica

“Papà!

Papà che fai?!

Scendi!

Papà scendi!”

“La vecchia Aurelia ci libererà la vecchia Aurelia!

Ti ricordi cosa ti dicevo quando eri bambino?

Ti ricordi dove portava la vecchia Aurelia?

In Portogallo! e lì andremo.

e poi e poi

poi andremo..in Canada! Finalmente andremo in Canada”

“Saremo finalmente liberi fra neve e ghiaccio”

“Pare che so’ stati i matti della clinica a blocca’ tutto.

Pare che fino a Fregene l’Aurelia ora è tutta bloccata”

“Vabbè mo’ è corpa dei matti…”

“Ma se ‘sta strada è sempre bloccata”

“Sì ma quelli se so’ organizzati e hanno incendiato un po’ de macchine e ora l’Aurelia è bloccata sul serio”

“Ammazza, i matti hanno incendiato le macchine?! Ma dici davvero?!”

“Eh sì, cazzo!”

“E ora?”

“Ora son fuggiti tutti dalla clinica”

“Cazzo…e mo’”

“Mo’ che?!”

“Come mo’ che?! Ma quelli so’ matti aho’! So’ pericolosi!”

“Ma che cazzo dici…”

“Come che cazzo dico?!”

“Dici stronzate. Apri bocca e je dai fiato. Quei poveracci pativano le pene dell’inferno lì dentro. E ora so’ finarmente libberi”

“Dici?!”

“Sì, dico”

“Aho’…ma te gniente gniente sai quarcosa de tutta ‘sta storia?!”

“So quello che ti ho appena detto. Erano dei poveracci che ora so’ finarmente libberi. Fattelo basta’”.

le stanze puzzavano

i letti con le cinture di contenzione erano stati ribaltati, squarciati i materassi, distrutti

Con dolore, prima che con rabbia

Del giardino all’inglese, curato e pulito per decenni sempre allo stesso modo maniacale, nulla era rimasto.

Bruciato.

Fu così che se ne andarono, liberi, lungo la vecchia Aurelia

Lasciando un incendio dietro di sé.

laclinicaIllustrazione a cura di Sil Vicius

Tratto da “Comincia Adesso”  Erid Edizioni

Fughe ed evasioni quotidiane

a cura di Simone Scaffidi

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La storia del “Dossier Verbano”. 20 Aprile 1979-20 Aprile 2019

La storia del “Dossier Verbano”. 20 Aprile 1979-20 Aprile 2019

Quì è possibile scaricare il pdf

 

La-storia-del-Dossier-Verbano

 

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Molto rumore per nulla. La vicenda della riapertura delle indagini sull’omicidio di Valerio Verbano. Parte Prima.

Molto rumore per nulla.
La vicenda della riapertura delle indagini sull’omicidio di Valerio Verbano.
Parte Prima.

Quì è possibile scaricare il pdf:

Molto rumore per nulla

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Download del libro “Valerio Verbano. Una ferita ancora aperta”

E’ possibile scaricare il pdf del libro:

Marco Capoccetti Boccia,  Valerio Verbano. Una ferita ancora aperta, Castelvecchi, Roma 2011

Valerio Verbano Una ferita ancora aperta

 

 

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Roma-Atalanta

Roma – Atalanta

Stadio Flaminio, vialetto di fronte alla tribuna scoperta

Francesco: Cazzo eccoli eccoli! dai dai dai avanzamo forza!

Claudione: Dai, cazzo senza paura, compattamose, forza!

Giovannone: Cazzo che tosti che so’ l’atalantini. Guardali! Guardali! Stanno a cerca’ de sfonna’ i cordoni della celere! Cazzo, li odio ma li rispetto.

Francesco: Aho’ che palle co ‘sti discorsi sul rispetto eh, nun cominciamo proprio adesso. Ma te pare er momento?! Basta! Eri compagno, mo’ sei diventato fascista…eh prenni ‘na decisione eh!

Claudione: Smettetela de litigà voi due! Basta! Pensamo a ‘sti bergamaschi de mmerda adesso! Daje avanzamo! Daje!

Francesco: Daje aho’! Forza, incordonamose, forza, cazzo! Daje famo la prima fila, Daje, cinte alla mano!

Giovannone: Aspetta, aspetta France’, ‘ndo annamo. Pensamoce bene prima de avanza’. Aspetta…

Francesco: Come pensamoce bene?! Ma che cazzo dici aho’!

(pausa silenziosa)

Giovannone: Francesco calmate, cerca de capi’ bene la situazione

Francesco: Ma che cazzo dici Giovannone, so l’atalantini cazzo! Caricamo!

Sono 6 mesi che li aspettamo ar varco, cazzo! Dopo quello che c’hanno fatto a Bergamo! Cazzo! Vendicamose!

Sandro: C’hanno fatto?! Ma se te manco c’eri a Bergamo, ah France’!

Francesco: Vabbè che vordì…era come se fossi con voi e voglio vendicarvi! Cazzo!

Giovannone: Aspetta cazzo France’ ma non lo vedi che c’hanno lasciato soli i capi?! I gruppi non ci sono cazzo! Guardate intorno! Girate e guarda! Siamo da soli! E’ mejo che se ne tornamo indietro che qui rischiamo de pija la sveja, in casa nostra!

Francesco: No, cazzo no. Nun potemo scappa’ davanti ai bergamaschi porcoiddio!!

(pausa silenziosa)

Ma davvero i grandi non vengono?

Giovannone: No, France’.

(pausa silenziosa)

Gruppo di Atalantini: Romani de mmerda fateve sotto! Forza romani de mmerda! Avanzate!

(slogan cantato) Romanista figlio di puttanaaaa! Romanista figlio di puttanaaaaaa!

Francesco: Daje rega’, nun je aregge! Nun avanzano! Forza annamoje sotto! Sono più de noi ma nun je regge la pompa, cazzo!

Giovannone: a France’ appunto! Ma te rendi conto che semo meno di loro pur giocando in casa?! Ma capisci che c’è qualcosa che non va, ma sei proprio de coccio?!

Francesco: Cazzo Giovanno’!!! E’ l’ultimo scontro prima de sti mondiali de mmerda! Il campionato sta per finire in anticipo e noi fra poco non sapremo più dove sbattere la testa. Giusto a vede’ Frosinone-Ostiamare potremo anna’.

Dovemo mena’ armeno all’atalantini! Almeno quello.

Sandro: Daje France’ che c’entrano mo’ i mondiali?! So’ du’ mesi che te lamenti de ‘sti mondiali

Francesco: Me lamento perché li volevo fa salta’ ‘sti mondiali der cazzo.

Ah Sandro, ce lo sai che son morti già 40 operai nei cantieri, per questo dovremmo fare gli scontri.

Che stamo a fa qua?!

Dovemo aiuta’ l’autonomi a fa’ li scontri contro Italia ’90!

Sandro: Volevi fa salta’ i mondiali?! Certe volte me pari più matto de quello che sei…Piuttosto guarda lì France’, guarda lì Claudione che cazzo sventola! Ha portato una bandiera con la celtica stilizzata!

Francesco: Aho’ Claudione! Avevamo detto di non portare simboli politici.

Claudione: Ma guarda che questo è un timone…Mica una celtica.

(Si gira improvvisamente verso il pubblico e grida)

Il timone della Marina dell’Antica Roma contro ‘sti celti barbari de mmerda! Gli Atalantini son leghisti e allora io me porto la Celtica! Ah ah ah

(poi torna di spalle)

Francesco: E sti cazzi Claudio’. A parte che solo i Wild Kaos son leghisti mentre le Brigate sono compagni, dei grandi compagni. E poi si era detto di non portare simboli politici e basta! Ma sei proprio un coglione eh! Odi i Celti e te porti la Celtica? Sei proprio un fascista pieno de paure e contraddizzioni. Togli quella bandiera.

Claudione: Me la vuoi togliere tu?

Francesco: Vaffanculo.

Sandro: lascia stare France’, devi abbozzare, cazzo. Lo sai che Claudione te sfonna se fate uno contro uno. Siamo 4 gatti noi compagni. Nun tira’ troppo la corda…

I compagni della curva non sono voluti venire e c’hanno avuto ragione, lo vedi che son quasi tutti fasci qui, venuti pe’ l’occasione, ghiotta, ghiottissima, de mena’ ai compagni de Bergamo. Che cazzo ce stamo a fa’ noi?! Perché dovemo fa’ a botte coi compagni de Bergamo?!

Francesco: Lo so Sandro, lo so. Ormai pure la nostra curva è egemonizzata dalla peggiore fascisteria. E questi cazzo de mondiali peggioreranno la situazione.

Massimiliano: Egemonizzata?! Ma come cazzo parli?! Aho’ te sei messo a legge davvero er libro su Gramsci che t’ha regalato er camerata Giovannone! Ah ah ah

Sandro: France’, lassa perde. Guarda chi guarda le spalle a Claudione.

Francesco: è quella merda de Quattropani?! Maledetto… Dici che s’è portato er pezzo pure stavolta?

Sandro: Sicuro. Quel fascio de mmerda da quanno sta fa’ er carabbigniere gira sempre cor pezzo. Pe’ fortuna che l’anno de militare je sta pe’ scade’ e poi vedrai che la smetterà de fa’ er coatto. St’infame. Sarà venuto pe’ mena’ all’atalantini insieme a quei quattro sorci neri che lo seguono come cagnolini.

Francesco: C’hai ragione Sandro. Nun dovevamo fomenta’ noi per primi gli scontri contro gli atalantini. Ieri pomeriggio c’amo pure parlato al bar e mo’ se scontramo co’ loro?! C’hai ragione…è tutto assurdo. Io così nun ce riesco più.

Sandro: Si vabbè mo’ nun esagera’…quelle erano pischelle.

Francesco: ma che pischelle! Erano compagne! Compagne delle Brigate Neroazzurre dell’Atalanta!

Sandro: Aho’ decidete…voi fa’ i scontri si o no?! ‘ndo vai adesso?!

Francesco: a Claudio’, vie qua, ‘ndo vai?! Mo me spieghi ‘na vorta pe’ tutte che cazzo c’entra la celtica con voi, ma ne vogliamo parlare?!

Claudione, insieme ai suoi camerati Stefanino e Danielino avanza verso Francesco

Claudione: Daje France’ la Celtica mica è il fascio littorio, è il simbolo del fascismo nuovo, europeo…

Stefanino e Danielino (all’unisono): Sì, del fascismo nuovo, europeo…

Francesco: Ma chi siete Stanlio e Olio?!

Ma quale fascismo europeo, ignoranti che non siete altro. E’ il simbolo della colonizzazione cristiana dell’Irlanda. Mica vorrai dirmi che siete Cristiani, eh?

Ridicoli che non siete altro.

Giovannone: Basta rega’! Basta de litiga’! L’Atalantini hanno sfonnato er cordone della celere! Cazzo rega’ avanzano! Smettetela de discute de timoni e de certiche aho’! Forza, unimose, compattamose, respignemoli!

Francesco (sommessamente): Non ci posso credere. Cazzo, E’ assurdo…in casa nostra, sotto la finta tribuna Tevere der Flaminio non riusciamo a carica’ l’atalantini…cazzo…

E’ tutta colpa dei grandi der commando e degli altri gruppi che c’hanno lasciato soli!

(attimo di silenzio)

Cazzoooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Claudione: Svejate France’ dai che arivamo ar corpo a corpo, dai cazzo! Lascia sta ‘sti discorsi adesso! Daje cinta in mano, verso il corpo a corpo daje! Insieme!

Sandro: Cazzo! Quanto so’ belli! Cazzo quanto so grossi e barbuti! Annamoje sotto, ultrà della Roma, daje!!!

 

questo è un breve pezzo scritto per il laboratorio “Rabbia” tenutosi al Teatro Valle Occupato

to be continued…

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Introduzione al Qi Gong e Kung Fu

 

Corso di Qi Gong e Kung Fu

per ragazze\i e adulti presso la scuola Di Donato

in via Bixio 83-85 (Piazza Vittorio)

Il Qi Gong è un’antica arte cinese che attraverso la meditazione, la concentrazione mentale, il controllo della respirazione e particolari movimenti aiuta a mantenere la buona salute e il benessere psicofisico tramite la cura e l’accrescimento della propria energia interna.

il Kung Fu è un’arte marziale cinese con una tradizione millenaria si studia per l’autodifesa e per il benessere psicofisico della persona, non per il combattimento agonistico o per esibirsi.

E’ possibile fare una lezione di prova gratuita.

per info:

Marco Capoccetti Boccia Email: caposyrus@yahoo.it ; Cell: 3206173543

Associazione genitori scuola Di Donato, Via Bixio 83-85

0670453402

info@genitorididonato.it

locandina Kung Fu

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Corso di Qi Gong e Kung Fu

Introduzione al Qi Gong e al Kung Fu

Corso amatoriale presso la scuola Di Donato in via Bixio 83-85

Il Qi Gong è un’antica arte cinese per il benessere psicofisico

il Kung Fu è un’arte marziale tradizionale cinese

Il corso è finalizzato al benessere della persona,

non si pratica né per combattere né per esibirsi

Il corso, per ragazze\i e adulti, si terrà ogni

Martedì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22:00

Il corso inizierà Martedì 4 Novembre

Da Giovedì 16 Ottobre a Giovedì 30 Ottobre ci sarà un ciclo di lezioni di prova gratuite

per info:

Marco Capoccetti Boccia Email: caposyrus@yahoo.it ; Cell: 3206173543

Associazione genitori scuola Di Donato, Via Bixio 83-85

0670453402

info@genitorididonato.it

locandina qi gong-1

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No a parate razziste a Piazza Vittorio!

locandina piazza vittorio 1

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