EIRE
Cantano di te come di un’isola felice
dei tuoi verdi prati
e di folletti che non sono mai esistiti
silenzio sui tuoi figli morti ammazzati
e le tue figlie rapate a zero dentro i conventi
che occupano lo spazio libero, ieri
bambini già vecchi sorridono
e poi frugano nelle tasche
ancora mocciosi
alito dolciastro sputato
di caramelle
catrame nero arde
nel fuoco delle fonderie
il sole è tiepido, mitiga
i segni delle facce e dei muri
locande lontane
e patate e malto da bere
bruciano dentro stomaci
di lavoro sudato
le ciminiere del Nord
lentamente bruciano sul fondo
come un quadro di un secolo andato
operaio
nessuno sciame
solo passi veloci,
e silenziosi
qui i blindati non cigolano