La Clinica
“Papà!
Papà che fai?!
Scendi!
Papà scendi!”
“La vecchia Aurelia ci libererà la vecchia Aurelia!
Ti ricordi cosa ti dicevo quando eri bambino?
Ti ricordi dove portava la vecchia Aurelia?
In Portogallo! e lì andremo.
e poi e poi
poi andremo..in Canada! Finalmente andremo in Canada”
“Saremo finalmente liberi fra neve e ghiaccio”
“Pare che so’ stati i matti della clinica a blocca’ tutto.
Pare che fino a Fregene l’Aurelia ora è tutta bloccata”
“Vabbè mo’ è corpa dei matti…”
“Ma se ‘sta strada è sempre bloccata”
“Sì ma quelli se so’ organizzati e hanno incendiato un po’ de macchine e ora l’Aurelia è bloccata sul serio”
“Ammazza, i matti hanno incendiato le macchine?! Ma dici davvero?!”
“Eh sì, cazzo!”
“E ora?”
“Ora son fuggiti tutti dalla clinica”
“Cazzo…e mo’”
“Mo’ che?!”
“Come mo’ che?! Ma quelli so’ matti aho’! So’ pericolosi!”
“Ma che cazzo dici…”
“Come che cazzo dico?!”
“Dici stronzate. Apri bocca e je dai fiato. Quei poveracci pativano le pene dell’inferno lì dentro. E ora so’ finarmente libberi”
“Dici?!”
“Sì, dico”
“Aho’…ma te gniente gniente sai quarcosa de tutta ‘sta storia?!”
“So quello che ti ho appena detto. Erano dei poveracci che ora so’ finarmente libberi. Fattelo basta’”.
le stanze puzzavano
i letti con le cinture di contenzione erano stati ribaltati, squarciati i materassi, distrutti
Con dolore, prima che con rabbia
Del giardino all’inglese, curato e pulito per decenni sempre allo stesso modo maniacale, nulla era rimasto.
Bruciato.
Fu così che se ne andarono, liberi, lungo la vecchia Aurelia
Lasciando un incendio dietro di sé.
Illustrazione a cura di Sil Vicius
Tratto da “Comincia Adesso” Erid Edizioni
Fughe ed evasioni quotidiane
a cura di Simone Scaffidi