Profumi di
colline in fiore
ho lasciato in Giugno
Sole e Luce
Bianco
viti distese su tavole verdi a cingere solitudine
lenzuola spiegate
verdi prati folti
senza righe disegnate
tramonti di incendi bruciano sapori di carne, rossa
tini riempiti di patate
pomodori, su tovaglie di vino
arrancando
li hanno raccolti, loro
scavanti nella terra le mani rosa, pulite di città
nascosto dagli alberi questo pensiero
rotto dal canto di cicala, continuo
senza più il vomitare di città, assiduo
pensieri liberi
a correre per le strade
polverose, di sassi e sterco
mani sudate
sono giorni
in cui preferisco non pensare
lascio scorrere il fango
uscito dalla terra
nella notte piovosa
all’ombra del nuovo
sole, nulla più
assolati gli occhi, brillano veri
vuoti di paura, quando arrivai