Non chiamarmi poeta

 

 

NON CHIAMARMI POETA

 

non un poeta soffiato dal silenzio

caduto dai cieli bui.

 

Stili profusi

panni stesi su un filo sporco di città

lavato! era ieri e già oggi

lucide acque mille volte saponate

 

bevuto il fluido insapore del dio d’oro

di carta ; parole stonate sui libri stampati di

nascosto da te, sommo poeta di quando ? !

schifo..

non più

 

troppo solo

ho lasciato

il mio piccolo

cuore a piangere

in silenzio.

 

sopra le terrazze dei palazzi di periferie

ansimati respiri di fondo

 

lascio

parole che risuonano fra muri scoperti

 

amo la poesia che gioisce della vita

amo la poesia che si apre alle coscienze

fanculo a tutte le idee di decadentismo

dentro le tombe coi loro inventori

parole come vomiti

parole che sono tali

quando non mutano 
il loro corso

 

lascio a chi sospira solo

le foglie di malinconia

poeti maledetti, poeti della guerra

non v’è tristezza peggiore di chi canta la morte

This entry was posted in Territori Occidentali. Edizioni "Oppure" Roma, 1999. Bookmark the permalink.