la morte di città (e libertà!)
sono schiantato
contro il muro di rumori
ancora
continuo a vedere
le cose solo in superficie
che come onde di mare
posso sfiorare
e prendere a schiaffi
e vedo solo
quello che sogno
puzzano di miscela le mie mani
di città
colorano di vetro vestiti e pensieri
e lasciano vicini i tuoi sorrisi
fra i rumori
dell’auto
spazia silenzio minore
di una poesia
astratta di
realtà
nella collana del corpo di fabbrica
avere essere
un gioco di parole
corpi che si toccano
nel nero
(sporco)
pensieri oziosi lasciati
al tempo delle parole, inutili
ripetute, ripetitive