Parole di un pomeriggio di quasi inverno

Parole di un pomeriggio di quasi

inverno

 

Freddo

e strane sensazioni

Spettri del passato

frugano fra i miei pensieri cadono foglie

in questo quasi inverno

 

scivola sul tavolo

l’alito della sera passata

 

sognata ad amare

piedi di donna sul mio cuore

come profumo d’oriente

foglie a terra

nella tenda nascosta

distesi

e vino ancor dolce

 

pochi pensieri pensati

mangiati fra il pane asciutto

 

l’importante è non scrivere

non oso più farlo :

è un continuo disertare dal mio sangue

e dalla mia classe

 

Tutto più di fantasie

assenti sessuali

 

sdraiato sul mio letto

di questa casa popolare

incastonata nel cemento

lontano dal pianeta

che si vede dalle foto del cielo

 

poca paura,

 

di una vita mediocre da piccolo borghese

 
accenno a copiare versi e sogni di un tedesco morto

 
e ho smesso di correre

e di fare a botte

 

lascio la culla dei dolci sogni di fanciullo

verso strade di fuoco.

ormai mi attendono

lascio sguardi di rabbia, soli

senza più abbracci di ragazze di festa

lascio ricordi e rimpianti

come mille altri prima di me

lascio corse e disegni

mai fatti

solo sognati, incapace di viverli!

                      
solo

e non m’importa più

di quella casa di pane

 

lasciami almeno credere che questa non sia la mia vita

lasciami ricordare i miei sogni,

appena uccisi

vederli da fuori dell’anima

La mia vita è il bisogno di rivoluzione

fermo nel tempo, fra i tessuti   accoglienti e caldi

forti braccia, guidate fino a ieri

era scritto, l’ho letto !

dove siete finite ? !

 

Stasera guardo in alto

 il cielo lo vedo
dalla strada

sassi polvere e fumo

 

 

 

This entry was posted in Territori Occidentali. Edizioni "Oppure" Roma, 1999. Bookmark the permalink.