Eire

EIRE

 

Cantano di te come di un’isola felice

dei tuoi verdi prati

e di folletti che non sono mai esistiti

 

silenzio sui tuoi figli morti ammazzati

e le tue figlie rapate a zero dentro i conventi

che occupano lo spazio libero, ieri

 

bambini già vecchi sorridono

e poi frugano nelle tasche

ancora mocciosi

 

alito dolciastro sputato

di caramelle

 

catrame nero arde

nel fuoco delle fonderie

 

il sole è tiepido, mitiga

i segni delle facce e dei muri

 

locande lontane

e patate e malto da bere

bruciano dentro stomaci

di lavoro sudato

 

le ciminiere del Nord

lentamente bruciano sul fondo

come un quadro di un secolo andato

operaio

 

nessuno sciame

solo passi veloci,

e silenziosi

 

qui i blindati non cigolano

 

This entry was posted in Territori Occidentali. Edizioni "Oppure" Roma, 1999. Bookmark the permalink.