NON CHIAMARMI POETA
non un poeta soffiato dal silenzio
caduto dai cieli bui.
Stili profusi
panni stesi su un filo sporco di città
lavato! era ieri e già oggi
lucide acque mille volte saponate
bevuto il fluido insapore del dio d’oro
di carta ; parole stonate sui libri stampati di
nascosto da te, sommo poeta di quando ? !
schifo..
non più
troppo solo
ho lasciato
il mio piccolo
cuore a piangere
in silenzio.
sopra le terrazze dei palazzi di periferie
ansimati respiri di fondo
lascio
parole che risuonano fra muri scoperti
amo la poesia che gioisce della vita
amo la poesia che si apre alle coscienze
fanculo a tutte le idee di decadentismo
dentro le tombe coi loro inventori
parole come vomiti
parole che sono tali
quando non mutano
il loro corso
lascio a chi sospira solo
le foglie di malinconia
poeti maledetti, poeti della guerra
non v’è tristezza peggiore di chi canta la morte