Storia di un’anima
forse torna a dormire
come tutti gli Eroi,
Ieri, forse, appena salvati
La società degli amici non è soggetta a regola alcuna,
è guidata ed eretta dai sentimenti.
ripeteva noiosa
( gridava)
l’oscurità è attorno
Nessuno vicino
scivolare verso l’oblio
non so dove e quando
arriverò
poveri
di crepe
secolari e lugubri scheletri
vestiti d’argento rosato nel vetro
della notte
più illuminata
dei tuoi seni
Folle misere ossute
assaltano i fortini
della notte
zoccoli di cavalli, sopra
ruote di legno
e gomma
nere
urla ! urla ! urla !
senza agire
L’anima !
grida ancora
anche se, sporca
nera di cieli di petrolio
fluido
come il mio seme
sulla tua pelle
è così che mi ascolto soffrire
come mi hai detto tu, leggera
amore
quando gli eroi non sapranno più piangere
spetterà agli uomini prendere il loro posto
non ci sarà più bisogno di noi
che ancora giochiamo agli eroi
sapranno che fare
e noi potremo partire felici, stanchi
provando, tentando, di succhiare ancora il midollo della
vita
verso paesi lontani
su treni di ferro
che sbuffano ancora
come la vecchia locomotiva
di cui cantavamo sopra
acqua di fonte
freddi fiumi di mare
vomitati per anni
dal grigio del cemento
sole
e noi che cantiamo in silenzio
e accendiamo il fuoco
senza fucili
in viaggio per tornare a casa