A Ostia i compagni sono ormai ridotti al minimo, accerchiati dalla vecchia e rinata Banda e dai fascisti più zozzi della città, quelli dei cani e delle stragi.
Gli ultimi ribelli del Lido si sono concentrati nella vecchia nuova Ostia, a piazza Gasparri, dove, fra una palestra sgangherata e qualche serranda ancora aperta sotto le vecchie case occupate, riescono ancora a riunirsi e difendersi.
Prima della fine devo proprio fare un salto da questi giovani compagni, che ancora resistono. Puliti.
Fra l’altro sono gli unici che continuano con questa cazzo di storia del Fight Club…
Proprio non capisco come cazzo gli vada di continuare ‘sta storia del Fight Club.
O forse sì, lo capisco benissimo, ma non voglio ripercorrere quella strada. Non voglio appoggiargliela pubblicamente, sul serio…
Sono stati abbandonati dai vecchi compagni e allora si son giocati il tutto per tutto, e fino a oggi gli dice bene. Resistono appena, ma resistono.
Come i partigiani in quel maledetto autunno di quel cazzo del 1944.
Organizzano incontri in piena notte, proprio come vuole l’antica tradizione, scommettono soldi e armi per difendere il loro piccolo territorio, rendendolo invalicabile.
Jimmy, con quella faccia da schiaffi che s’aritrova, si trova spesso al centro del Fight Club di Piazza Gasparri. Vengono da tutta Ostia e dintorni per sfidarlo, per batterlo, per vincere la sua cinta dei vecchi 501 e abbattere così l’ultimo muro a difesa della libera repubblica marinara di Ostia.
Una di queste sere voglio proprio andare a vederlo combattere, di nuovo, per l’ultima volta…
Prossimamente in “Guerra fra bande” di Marco Capoccetti Boccia