"Valzer con Bashir", film d’animazione attualmente nelle sale di tutta Italia e candidato all’oscar come miglior film straniero è un film negazionista.
Negazionista nel senso che nega le responsabilità oggettive, materiali, concrete, da mandanti e di copertura degli esecutori della strage del settembre 1982 nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila in Libano.
Parte bene il film, cavolo se parte bene.
E illude alla grande lo spettatore/la spettatora. Fingendo di iniziare un viaggio nella memoria e alla ricerca della verità. Arrivando però alla fine a deresponsabilizzare direttamente Israele dalla strage.
Il film inizia infatti con la scena di cani dalle fattezze diaboliche che corrono per la città di Tel Aviv, affamati di sangue umano. Presumibilmente.
Ma chi sono quei cani? Chi rappresentano?
Ovviamente le interpretazioni possono essere svariate. Sono i fantasmi di una coscienza sporca, si lascia intendere.
O forse di una coscienza che inizia un percorso di autoanalisi, di ricerca della verità, per come si muove il protagonista, assediato da quei cani nella sua casa. Spronato da quei cani a capire chi sono, da dove vengono e cosa vogliono da lui.
E inizia così il viaggio dentro la memoria del protagonista, il viaggio all’interno della sua coscienza.
Incontri coi suoi ex commilitoni, sia soldati semplici che ufficiali, incontri con psicoanalisti e giornalisti.
E sullo sfondo la figura inquietante di Sharon.
Ma perché il protagonista non accenna neanche il motivo reale dell’invasione del Libano da parte di Israele ?
Cosa ci facevano lui e i suoi commilitoni in Libano?
Neanche una parola su questo ovviamente…
Ma alla fine di questo viaggio io direi che il protagonista, un soldato israeliano che ha partecipato all’invasione del Libano e alla strage di Sabra e Chatila, la coscienza non sa nemmeno dove sta di casa. Purtroppo.
Poiché il film fa credere che il protagonista stia scavando all’interno della propria memoria per recuperare la "verità" di una strage a cui ha partecipato, o a cui ha fatto da “spettatore ignaro e impossibilitato ad agire”. Come emerge alla fine del film.
Ma così non è.
Un’altra pessima cosa del film, come in quasi tutti i film israeliani, il punto di vista arabo – palestinesi è inesistente…gli israeliani ragionano su sé stessi, sulla Palestina, sui palestinesi e sulla guerra senza mai relazionarsi all’altra parte, mai.
E poi la battuta sull’Olocausto è veramente diabolica.
La battuta in cui un amico psicologo dice al protagonista che non deve sentirsi un nazi solo perché ha compiuto il suo dovere in Libano…La strage di Sabra e Chatila, la guerra contro i terroristi è stata un’altra cosa.
Quindi deve stare tranquillo, non è il caso di sentirsi in colpa.
Lì sono sobbalzato dalla sedia del cinema!
Ma per quanto tempo ancora gli arabi e i palestinesi dovranno pagare per l’Olocausto commesso dai tedeschi e italiani cristiani nei confronti degli Ebrei ?
Non è una domanda nuova, lo so. Anche se può sembrare un’affermazione forte, è una domanda provocatoria che palestinesi, arabi, europei e anche storici e pacifisti israeliani vanno ripetendo da decenni.
In molte recensioni al film si parla di missione militare, o addirittura di Pace, svolta da Israele in Libano.
Ma perché non si parla di quel conflitto per quello che fu in realtà? Una Guerra. Una guerra d’invasione.
Insomma il film gioca sporco, perché fa credere che il protagonista, e i suoi amici e commilitoni, facciano un viaggio nel passato per recuperare la memoria. Ma questo viaggio è strumentale. A dare la colpa letteralmente ai "cristiani" della strage, delle atrocità commesse in Libano.
Certo che i falangisti cristiani libenesi erano dei fanatici assassini che ne hanno fatte di tutti i colori. Su questo non c’è dubbio.
Ma chi li ha armati?
Chi li ha equipaggiati ?
Chi li ha addestrati e organizzati?
E soprattutto chi li ha materialmente protetti all’esterno dei campi profughi mentre commettevano la strage ?
Nel film gli israeliani sono disegnati come dei ragazzi che non capiscono cosa stanno facendo i falangisti cristiani e che alla fine sono loro a porre fine al massacro, con l’arrivo di un generale israeliano che rassicura i profughi palestinese, facendo la parte del salvatore, dicendogli di stare tranquilli e di rientrare nel campo che non gli succederà più nulla di male…
Certo, possono farlo però dopo tre giorni e tre notti di massacri che hanno prodotto oltre mille morti…
Certamente sono bellissimi i disegni animati delle persone, dei colori, degli odori e dei paesaggi. Talmente belli che dopo un po’ stuccano a mio avviso con il rappresentato e rappresentabile.
Per chi come me ha visto altri film e documentari, per chi ha letto libri e documenti storico politici sulla strage di Sabra e Chatila, non può che arrabbiarsi alla finta, strumentale, opportunista ricostruzione della strage, dei giorni che la precedettero, di come fu organizzata, gestita e diretta da Israele, usando i suoi stupidi e macellai servi falangisti.
Un pessimo film, che non fa altro che gettare rabbia contro Israele, che non riesce a fare i conti con se stesso, e che usa strumentalmente tutto per autoassolversi dai propri crimini.
Un film che, per chi non conosce a fondo la storia del Libano, di Israele, della Palestina e in particolare di Sabra e Chatila rischia di passare come film pacifista, contro la guerra. E di autoassolvere il Governo Isareliano fino all’ultimo soldato semplice, complici invece fino in fondo degli esecutori materiali della strage.
Per saperne di più invito a partire dal bellissimo articolo pubblicato sul Manifesto di oggi, 3 febbraio 2009, scritto due anni fa dal compianto Stefano Chiarini.
Un altro modo di fare giornalismo, storia e soprattutto di indagare alla ricerca della verità.
Ramingo
Ma cosa volevate di più ?
Nel film si evidenzia la complicità di Sharon e di Moshe Yaron ( il generale di cui parli ).
I ragazzi (come ogni soldato semplice) sono completamente all’oscuro delle “grandi manovre” ed eseguono semplicemente degli ordini.
Inoltre forse tu non sai che i Terroristi Palestinesi all’epoca oltre ad uccidere Bashir compirono diverse stragi nei campi dei cristiani maroniti.
Questo non giustifica gli accaduti, ma una guerra è guerra.
Ma credo sia inutile parlarne con te.
Dalle poche righe che hai scritto si vede chiaramente che sei un antisraeliano a tutto spiano per cui chiudo qui il post.
P.s. Trovami un film palestinesi dove invece siano gli arabi a cercare di capire le ragioni degli Israeliani.
P.s. 2 Trovami un Terrorista Palestinese che abbia condannato le stragi compiute dal ’48 ad oggi.
é proprio quello che ho pensato io appena finito di guardare il film.Il film è stato spacciato come un ripensamento un autocritica israeliana verso la guerra in libano.Invece il film non è perniente coraggioso anzi più filoisraeliano non si poteva,quasi distorcendo la realtà storica.Purtroppo finchè israele non farà i conti con le proprie colpe le guerre non finiranno mai in quel martoriato angolo di mondo.Film per me disegnato e sceneggiato in modo brillante,ma per quanto riguarda la storia che propina al pubblico,direi patetico.