Recensione di “Nessun maggior dolore” di Emiliano Misici

Finalmente sono riuscito a leggere il
romanzo di esordio di Emiliano Misici, "Nessun maggior dolore"
(Il Filo Editore)

Finalmente perché ne è valsa davvero
la pena!

Mi son deciso a leggerlo dopo un anno
che si trovava sulla mia scrivania e ho deciso di combattere e
superare l’ansia iniziale che mi aveva colto quando avevo deciso di
mollarlo rimandando a tempi migliori la lettura.

I tempi migliori sono giunti e vi
recensisco questo bel libro invitandovi a leggerlo.


E’ la storia di Ludovico, famoso tenore
italiano, che alla fine della sua vita decide di suicidarsi: si getta
dalla Torre della propria casa, un bellissimo e antico casale della
Toscana.

Manrico, unico figlio vivente di
Ludovico accorre al capezzale del padre e ripercorre la sua vita e
quella della propria famiglia. Una vita segnata da una tragica morte
di cui solo nel finale del libro conosceremo il motivo.

Perché un uomo decise di suicidarsi
alla fine della propria esistenza?

Perché non riesce a compiere un atto
apparentemente così semplice?

Ludovico non parla. Manrico inizia a
scavare nel passato di suo padre.

Ma forse è meglio lasciare sepolti
certi segreti…

"Nessun maggior dolore che
ricordarsi del tempo felice nella miseria"

Ma è vera miseria quella in cui si
vive? Ed era davvero un tempo così felice quello vissuto?

Alle lettrici e ai lettori la risposta.


Un libro che vi consiglio di cuore,
seppur difficile da digerire per l’ansia che può creare ( a me ne ha
creata un bel po’!!)

Soprattutto per un finale che forse è
verosimile o forse è un puro artifizio letterario.

Ecco l’unico aspetto del libro che mi
ha lasciato un po’ perplesso, se non addirittura contrariato alla
prima lettura.

A cui ne è seguita per forza di cose
un’altra, veloce, delle ultime pagine. Per capire cosa non mi
convinceva…ma non sto qui a dirvelo adesso. Leggetelo e poi ne
riparleremo.

Bravo Emiliano, continua così!!


Marco Capoccetti Boccia

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