Recensione de “L’Ascoltatrice” di Marina Pierani

Piazza Vittorio, i suoi potenzialmente bellissimi giardini, al centro del cuore di quello che doveva essere il quartiere multietnico e multiculturale della città eterna (ma prima o poi crollerà eh..) e che si è trasformato in un nuovo immenso ghetto, a maggioranza sino-bengalese, con un tocco di sinistra radical chic italica, che però ha smesso di esaltarne la bellezza, sempre potenziale, dopo 15 anni di degrado.                                                         Una donna intelligente e coraggiosa, si siede su una fredda e scomoda panchina, con un cartello: “Vuoi parlare con me” ?                                                                                                   Un pezzo della nostra specie si siede, vince la timidezza e la paura, e racconta la propria storia. Sono italiani, bengalesi, cinesi, rumeni, giovani, donne, vecchi e bambini…                    Non v’è giudizio per queste persone, di solito abituate a essere giudicate dalla società e dalle isituzioni repressive. C’è ascolto, che significa accoglienza. Che diventa dono, per chi è abituato a essere respinto. Marina Pierani, autrice del bellissimo “L’Ascoltatrice”, si è seduta per mesi sulle panchine dei giardini di Piazza Vittorio e con eleganza e durezza allo stesse tempo ha deciso di raccontare alcune bellissime storie di vita. Le storie di Franco, venduto come uno schiavo, di Anna, vecchia e imprigionata nei ricordi, quella di James, che cerca il particolare che differenzia ogni singola chiesa, rendendola così unica, fino al maestro di Tai Chi, simbolo della piazza.                                                                                                      La piazza, ancora una volta luogo di incontro e di scontro di conoscenza e di diffidenza.

“… La piazza mi ha insegnato molto attraverso incontri o visioni, immagini e fugaci, frasi colte al volo e lunghe conversazioni, piccoli tocchi, confronti inaspettati e picchi di solitudini: è così che il piccolo grano di saggezza o di semplice esperienza con cui vi sono entrata è diventato un mucchietto di grani, senza che quasi me ne accorgessi. Qui del resto tutto viene da sè: piccole riflessioni, illuminazioni improvvise, domande, dubbi, conferme e disorientamenti…non c’è che raccogliere”.                                                                                   Così Marina chiude meravigliosamente il suo libro.                                                                      Il libro, per ora, potete ordinarlo on line qui:                                                   http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=446811                                                           oppure potete ordinarlo presso le librerie Feltrinelli.                                                                 Chissà che un giorno una casa editrice coraggiosa e indipendente non si decida a pubblicarlo e rilanciarlo nelle migliori e peggiori librerie del Paese

Marco Capoccetti Boccia

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