le sette cose di genova 2001 che ricordo

siamo andati in diversi negozi per comprare le maschere antilacrimogeni: non se ne trovavano quasi più in città. tutte\i si affannavano a comprarle da giorni e giorni, come fosse un regalo di natale dell’ultim’ora. c’ è una ferramenta a piazzale della radio che le vendeva ancora, ne ordinammo una decina. io ne presi una bruttina, che non mi piaceva affatto, ma tant’è. meglio di niente. volevo quella bianca, bellissima. ma non ce n’era una in più per me. la presi dopo, al ritorno da genova, quando molte cose le buttammo, quasi tutte. la maschera bianca la conservo ancora

la gomma piuma era bianca, brutta e sporca e non ci servì a molto. ne ero sicuro, allora, lo ricordo bene oggi

il mio bastone personale lo scelsi con cura, lo guardai, lo ammirai, lo provai. inultilmente. non arrivammo mai, noi, al corpo a corpo.

la bottiglietta contenente acqua e maalox. uno schifo. puzzava di medicinale stantio e anch’essa non mi servì a nulla. meglio il classico limone allora. anche se anch’esso risultò piuttosto inutile… quasi quanto tutte le riunioni politiche e di servizio d’ordine preparative che facemmo prima di partire…

la maglietta nera a maniche lunghe della lewis, una delle mie preferite di sempre. ci morii di caldo, anche perché la portavo sotto al giacchetto a jeans. ma almeno mi diede la bella sensazione di tenermi al riparo, come una maglia di cotta di mithril…

il sentiero dei nidi di ragno, non da leggere, se non alcune righe. ma da tenere nella tasca del giacchetto o addirittura in quella posteriore dei jeans, come un libro ispirazione, ma che soprattutto mi proteggesse, meglio di una qualsiasi bibbia,

i sacchi neri tipo quelli grandi della spazzatura, di cui tanto si parlò alla stazione, mentre  aspettavamo il treno che ci riportasse a roma. si sussurrava, quasi, che li stessero usando gli infermieri per trasportare i morti che stavano facendo le guardie in giro per la città…

di Marco Capoccetti Boccia

ho scritto questo racconto tutto in minuscolo. Perché ?
Perché odio la retorica che c’è stata prima, durante e dopo genova e penso che un modo buono per aggirarla, sconfiggerla, superarla sia quello di scrivere di quella storia in minuscolo.

Pubblicato su Laspro, Luglio\Agosto 2011

 

 

 

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