Recensione di Ginnastica e Rivoluzione di Vincenzo Latronico

Personamente non riesco ancora a
scrivere di Genova.

Intendo di Genova 2001 quando centinaia
di migliaia di persone da tutta Italia e da tutto il mondo si
recarono nel capoluogo ligure per contestare gli 8 stronzi.

Troppe cose mi bloccano nello scrivere
e nell’elaborare quei maledetti giorni di morte e sconfitta.

Presumo che lo stesso valga per il
bravissimo Vincenzo Latronico che nel suo romanzo "Ginnastica e
Rivoluzione" (Bompiani) ha deciso di parlare di Genova senza
arrivarci.

Scrivendo di sogni e desideri,
incazzature e sbandate, disillisioni e grandi attese vissute da un
gruppo di ggiovani all’indomani della partenza per il G8 da Parigi,
la bellissima Parigi…che intatta mantiene dopo oltre 200 anni il
fascino della città rivoluzionaria…

Vincenzo ci racconta però i sogni e
gli scazzi, le disillusioni che nascono e rinascono già prima di
partire. In cui personale e politico si fondono alla grande
all’interno di una specio di comune parigina in cui però si paga
l’affitto al compagno-proprietario.

Armati dell’arma degli anni zero, la
fotocamera e la telecamera, più potenti di uno stupido kalashinikov,
e di un intero archivio di informazioni da usare a fini rivoluzionari
ma se necessario vendere anche al miglior offerente (un giornale di
destra ovviamente..) si avviano alla battaglia delle battaglie mal
messi e in crisi d’amore, di idee e di metodi di lotta.

Ma si avviano.

Inciampando per la strada in
pubblicitari e cicloattivisti, superavvocati e vecchi sindacalisti
segnati dalle sconfitte.

Ma si avviano.

Dove e come tocca a voi scoprirlo.

Ma io vi consiglio alla grande questo
romanzo fatto di scrittura sopraffina, di una storia originale e
affatto retorica, di un tocco di classe inaspettato.

Un romanzo che dichiara apertamente la
propria avversità alla sconfitta pur sbattendoci contro alla grande.
Un romanzo che apre ai sogni bisogni e desideri, come si diceva una
volta, pur volendo contrastare la generazione che ha fatto il ’68.

Un cazzo di modello di riferimento che
nel bene e nel male ci schiaccia ormai da 40 anni

Un romanzo che non vuole fare la
rivoluzione, perché coi romanzi non si fa la rivoluzione.

Forse…


Bravo Vincenzo!

E buona lettura a voi che non potete
lasciarci scappare l’idea della Ginnastica e della Rivoluzione.



Marco Capoccetti Boccia




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