Non dimenticare la rabbia solo in apparenza è un libro sul calcio: maleducato, aspro,
urlato; istantanea di una realtà che continua ad offenderci,
affronta un decennio, che va dall’89 al ’99, e che non è ancora stato
raccontato del tutto, e Marco Capoccetti Boccia sa farlo con la
vivacità di chi l’ha vissuto dall’interno.
Le dodici storie che compongono il libro, sono raccontate con
un linguaggio che asseconda la materia: crudo, capace di donare al
lettore il ritratto di un Paese spaccato e in perenne conflitto. Per
la maggior parte ambientato nella periferia romana, margine
confuso e ferito, da cui proviene il protagonista, un giovane
diciassettenne ultras.
Ma per lui la curva è una dimensione di lotta e di contestazione,
un mondo in cui per esistere bisogna essere sempre in prima linea.
Tanto è vero che la trasferta a Milano avviene solo per vendicare
Antonio De Falchi ucciso dai tifosi rossoneri nell’ ’89. Capoccetti
Boccia, perciò, ci porta in un mondo in cui le città sono barricate
e gli stadi trincee, e quella della battaglia rappresenta l’unica
strada possibile per la sopravvivenza.
dal sito:
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