lo schiaffone

Ieri sera mi è successo di vedere una storia assurda.

Ero seduto sull’autobus 90 e tornavo dalla lezione di kung fu.

Era la quarta volta che prendevo il 90 nell’arco della stessa giornata. Precisamente tornavo dal Tufello, che, per chi assurdamente non lo sapesse, è un noto quartiere popolare alla periferia nord est di Roma. Una vecchia borgata

Erano le 11 di sera e ovviamente l’autobus era praticamente vuoto.

A piazza Sempione salgono tre tipi. Due di questi sembrano amici, non hanno neanche venticinqueanni e sono mingherlini, accento fortemente meridionale, azzerderei pugliese, ma non sono sicuro. Un terzo è più grande di un paio d’anni, un mezzo palestrato. I due si avvicinano al tipo dopo che erano saliti separatamente e si erano seduti in posti lontani. Uno dei due mingherlini lo saluta e gli dice se si ricorda di lui. Il terzo gli dici di si. Il mingherlino gli chiede se ora vive a Roma, se studia alla Sapienza per caso, se si è trasferito qui da Firenze. Il terzo risponde affermativamente. Il secondo mingherlino non parla.

 Il primo mingherlino gli chiede dove sta andando.

Il terzo gli dice che va a bersi una birra dalle parti di San Lorenzo, lì vicino.

Il primo mingherlino lo invita a bere una birra con loro.

Il terzo gli dice che va bene, deve fare una telefonata e avvertire che arriverà 10 minuti in ritardo

Il primo mingherlino gli chiede chi deve avvertire.

il Terzo gli dice che deve chiamare la sua ragazza.

Il primo mingherlino gli chiede chi è la sua ragazza.

Il terzo gli risponde che la conosce, dai tempi di Firenze.

E il primo mingherlino gli chiede se è la tipa..l’attrice..??

Si certo, gli risponde il terzo.

il secondo mingherlino ridacchia a leggera distanza…

Il primo mingherlino gli chiede se è una storia seria allora…se si sposeranno… 

Il terzo gli risponde che no, dai, non è una storia seria…

 Allora, con un fare strano, sospetto direi, anomalo, il secondo mingherlino gli dice che ora loro due si siederanno adesso e poi scenderanno insieme per prendere il tram direzione San Lorenzo

I due tipi mingherlini si siedono uno di fronte all’altro e parlano a bassa voce e ridacchiano, guardano il terzo di sottecchi, come si usa dire..

Il terzo, con la faccia un po’ incazzata, gli chiede se stanno parlando della sua ragazza per caso

Il primo mingherlino risponde a mezza bocca..dice di no..ma non da’ una risposta convinta e continua a ridacchiare con il suo amico, secondo mingherlino.

Il terzo sembra sempre più incazzato e gli dice che ha sentito che nominavano la sua ragazza..che se hanno problemi con lei lo dicano pure eh..senza tergiversare insomma..

i due mingherlini continuano a ridacchiare

Il terzo li invita a scendere dall’autobus. E’ la loro fermata dai, scendiamo, dice deciso.

I tre tipi scendono, e subito il terzo ammolla uno schiaffone a mano aperta sulla faccia del secondo mingherlino, tanto forte che sembra rimbombare. Un suono preciso pari pari a quello che un compagno produsse con uno schiaffone dato a un fascio 10 anni fa durante un corteo a prati…

il primo mingherlino accenna appena un "oh…ma perché?!"

e il secondo se ne resta fermo e immobile.

Il terzo si incammina sul marciapiede di via Nomentana direzione viale Regina Margherita, probabilmente per prendere il tram direzione San Lorenzo.

E i due mingherlini lo seguono, assurdamente cazzo! senza proferir parola

Io comodamente seduto su due posti incrocio lo sguardo del secondo mingherlino. E’ lui che mi guarda.

Spaurito, stranito, sorpreso.

il 90 riparte mentre i tre si incamminano in fila indiana su via Nomentana.

Il terzo si accende una sigaretta, gli altri due lo seguono camminando a testa bassa. 

 

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Il viaggio

                                                            

Il viaggio

 

Sono a Belfast

Il cielo sopra di me è attraversato
dagli elicotteri

La sua aria è impregnata dai gas
lacrimogeni

Cammino per Falls Road

Incrocio un bambino, ha le mani

Sporche di Terra e il viso colorato

Mi chiede qualche penny

Una ragazzina, forse sua sorella
maggiore

Una sigaretta

Gli sorrido e riprendo a camminare

Bandiere e Murales

Ai lati della strada

Soldati

Ne occupano lo spazio

Un paio di Brits mi si avvicinano

Mi chiedono chi sono, da dove vengo

Gli rispondo continuando a camminare

Incontro un amico, entriamo in un pub

Beviamo una Stout e parliamo di calcio

Sono a Belfast

Città di guerra

da oltre 25 anni

Qui la gente non ti guarda nel
portafoglio

Sa vedere ancora nei tuoi occhi

Qui la gente vive ama e resiste

Qui la gente muore prima

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Domenica pomeriggio d’Estate


 

Domenica pomeriggio d’Estate

 

l’amore,

come un soffio di vento

che accarezza la mia pelle

nelle sere d’estate

lascia il tuo profumo

fra i miei pensieri

e sa guardarli ,

e pensarli

e sa amarli.

Nei miei passi

mi segue

e lascia tracce che so vedere.

Il suo abbraccio

è quello dei caldi raggi del sole

e le sue lacrime

sono pioggia d’estate ;

tocca le mie parole

e smuove la mia mente

che libera di andare

viaggia nei campi delle fantasie

nei fiumi dei sogni

sopra le parole stupide di una poesia

ghiaccio di strada.

Al pari dei venti

diventa maestra, lunga donna

e io bimbo ! pugni chiusi

sotto il mento e gambe mai ferme

piccolo e forte di splendide mattine

assolate

di luce chiara

 

 

 

 

 

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senza titolo

non c’era

nessun albero di
limoni

vicino alla mia
casa

sono cresciuto
in fondo

a una via

dove andavo a
giocare a pallone.

 fra siringhe e falsi sampietrini

 

 

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“L’uomo è figlio del sogno”

“L’UOMO E’ FIGLIO DEL SOGNO”

 

Verrà il giorno

che sarò libero di decidere

e allora riprenderò la strada

limpido

sulla mia strada !

batterò il sentiero

della Rivoluzione,

ad occhi aperti.

verso mari senza colore

e colline di vino

su per sentieri di montagna

fra la gente che sa amare

seduta sull’odio

fretta d’oblio

solo, potrò disegnare

 

speranze,  fredde

sognate

scrivere e correre.

 

Domani

disseterò la mia anima

sotto i ruscelli

della montagna

 

Domani ! presto !

arriva !

sarò sorgente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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senza titolo

LA RABBIA ANTICA

 

DI QUESTI QUARTIERI

HA DISEGNATO UN
CONFLITTO

SU QUESTE MURA CADUTE

CHE UN TEMPO ORMAI
LONTANO

GRIDARONO LA PAURA

E LA RABBIA DI VIVERE

DI GIOVANI SENZA
NULLA

 

OGGI CHE NON PARLATE
PIU’

E NON VI SONO PAROLE

DENTRO DI VOI

POCHI ANNI PASSATI

TUTTO ORA E’ COSI’
SILENZIOSO

 

COLORE SPORCO

CHE CADE COLPITO DAI
FARI

 

SOLO FUMO DI VETRINE

 SMOG DI AUTO NUOVE

 

 

 PROLE DI MORTE

 

SPUTI SUI VIVI

FERITE DIMENTICATE

 

NESSUNA PRATERIA

 BRUCIA PIU’

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A Belfast. Simona

A BELFAST. SIMONA

 

Dove sei

frugo nei vicoli del cuore

batto i sentieri della poesia

provo a perdermi nel

profumo del tuo seno

invano

mi muovo

salgo sulla macchina del tempo

alla ricerca del mio passato

attraverso la statale

e ti cerco in un pub

ma tu non ci sei

da nessuna parte,

del mio corpo

in nessuno luogo

in nessun dove

che scrivo ? !

è possibile che ti abbia persa

dimenticata..

 

eppure solo ieri

ti seguivo ovunque

e leggevo la tua pelle

 

eppure solo ieri

ti dimenticavo

 

 

 

 

 

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Agosto.Notte senza dormire

AGOSTO. Notte senza dormire

 

piove

leggo ancora

mentre fuori

piove.

Diritto in piedi,

nudo sul marmo che

gela i miei piedi

di notte

Leggo le tue parole

Sono pieno di te

e sicuro

e tranquillo

quasi felice.

mangio poco, solo dei mirtilli

dolci, di quel bosco che tu ami tanto

l’acqua, fresca di domani

voglio aprire la mia anima alle tue braccia

ho un po’ paura

di certe parole

ma tu non te ne avvedere.

Stringila forte

e non lasciarla mai

tremare

cullala

come fosse una bambina

che ha tutta la vita davanti a sé

e che già sogna

e che già vede

le cose del mondo

che domani forse

potrà solo

disegnare

seduta dietro una finestra di cornici,

finte

nascosta da flussi di plastica

corporea

È bellissima questa pioggia

e il vento freddo che la porta.

Accende l’Estate

 

 

 

 

 

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Valerio

VALERIO

 

Nel silenzio lasciato dal tuo nome

rileggo i miei pensieri 

 

non li ho dimenticati

 

non ho dimenticato

le parole di quell’amico

che mi parlavano di te

per la prima volta.

non ho dimenticato quel manifesto

con su scritto il tuo nome

per le vie del mio quartiere

e tutti noi sotto casa tua

a gridare la tua vita !

 

tremo, ti penso :

giovane sconosciuto amico

nessun sacrificio è vano, mai

ora lo so

è solo reso più duro a morire

perché portato dal vento

nel tempo

fra la gente.

 

Ti ricordo su quella foto

su quelle parole

e all’improvviso

non provo freddo né paura

rabbia

coraggio

voglia di urlare

e cantare

e mille mani che battono

e mille pugni

che si alzano verso il cielo

 

vibra quel nome !

 

lucida foto di gruppo

sfumata di aliti

 

lame di pensiero

vive

nei miei giorni di rabbia

 

 

 

 

 

 

 

 

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senza titolo

prova

 

prova a sederti su una sedia della tua casa

potrai essere

su uno scalino di campagna

 

prova a leggere pagine di poesia

e ascolta

intorno a te il silenzio

di una calda notte d’estate

vano sarà ogni desiderio

finito

quella promessa l’hai già

                            dimenticata

sogna

e prova solo a sdraiarti a terra

e guarda in aria

 

il silenzio

intorno a te

 

dentro di te

non c’è nessuno

 

vivi

sull’onda di sussurri

in questa magica notte

di sogni e corse

acqua sul tavolino

un libro fra le tue mani

non temi di morire

non più solo

 

 

 

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